Il “decubito” è la posizione che il malato assume a letto; il termine deriva dal latino con l’originario significato di coricarsi. Da ciò: piaghe da decubito, il cui termine sanitario corretto è lesioni o ulcere da pressione.
CAUSE
Sono lesioni della pelle (tessuti cutanei) che insorgono a causa di ridotta o assente mobilità, nelle zone corporee sottoposte a elevata o prolungata compressione. Si tratta della pressione esercitata del proprio corpo che “immobile” appoggia costantemente sugli stessi punti d’appoggio, in particolare: glutei, gomiti, anche, talloni, caviglie, spalle, schiena, nuca.
Si tratta di un problema tipico nei casi di permanenza prolungate a letto (ad esempio a causa di gravi malattie) che deve essere prevenuto e curato in modo opportuno per evitare infezioni e complicanze anche molto serie. Oltre alla permanenza a letto, altre condizioni a rischio sono l’uso prolungato di una carrozzella, l’impossibilità di muovere alcune parti del corpo a causa di patologie invalidanti o malattie neurologiche (ictus o sclerosi multipla), le malattie che influenzano la circolazione del sangue (Es. il diabete), le malattie cardiache, la malnutrizione, l’incontinenza urinaria o intestinale. Avere una pelle particolarmente fragile, come quella delle persone anziane, aumenta i rischi di incorrere in lesioni da pressione.
I SINTOMI
Le ulcere da pressione interessano inizialmente la cute, ma nella loro evoluzione, che può essere molto rapida, possono aggravarsi notevolmente fino ad interessare il tessute sottocutaneo, i muscoli e le ossa.
Le piaghe da decubito si presentano inizialmente come aree di pelle arrossata il cui aspetto peggiora con il passare del tempo, fino alla formazione di vesciche prima e di ferite aperte poi, il cui colore varia dal viola al marrone. A volte il tessuto alla base dell’ulcera è coperto da pelle morta gialla, marrone o verde.
SOGGETTI MAGGIORMENTE A RISCHIO
PERSONE ALLETTATE
PERSONE IN CARROZZINA
PERSONE CHE UTILIZZANO DISPOSITIVI MEDICALI E TEMPORANEI, QUALI:
PADELLA
TUBO ENDOTRACHEALE
PROTESI D’ARTO
APPARECCHIATURE ORTOPEDICHE PEG
CATETERE VESCICALE PERMANENTE
Durante il normale decubito a letto o Io stazionamento in posizione seduta, una persona non distribuisce il proprio peso uniformemente poiché il corpo umano non possiede una superficie piana e regolare. Il peso corporeo sarà quindi concentrato maggiormente in determinati punti corrispondenti alle prominenze ossee dell’apparato scheletrico. I tessuti corporei molli compresi tra l’osso e la superficie d’appoggio vengono così sottoposti ad una pressione che tende a “schiacciare” e “strozzare” i vasi sanguigni rallentando la circolazione del sangue e di conseguenza diminuendo l’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive e favorendo l’accumulo di tossine. Le cellule che compongono i tessuti sono in grado di resistere senza ossigeno per un tempo molto ridotto (circa 2 ore), dopo di che vanno inevitabilmente incontro a necrosi (morte cellulare).
La strategia fondamentale per arginare il fenomeno delle lesioni da pressione è la prevenzione, ovvero l’agire prima che queste insorgano mettendo in atto diversi interventi.
In caso di immobilità prolungata è bene fare attenzione alle aree in cui si potrebbero formare le piaghe da decubito, controllandole quotidianamente e apportando le seguenti azioni precise:
- controllo quotidiano
- cambiare posizione almeno ogni due ore
- avere un’alimentazione sana ed equilibrata
- utilizzare ausili antidecubito per ridurre la pressione
- mantenere la pelle pulita e asciutta
- corretta igiene personale quotidiana: lavare e asciugare bene la pelle dopo aver urinato e defecato, utilizzare quotidianamente creme ad effetto barriera per prevenire il contatto prolungato di feci ed urine che possono generare fastidiose irritazioni ed arrossamenti.
AUSILI SPECIFICI
Sia per la prevenzione che per la cura delle piaghe da decubito è necessario l’utilizzo di ausili specifici che riducono la forza di compressione sui vasi sanguigni. Nell’ultimo decennio l’industria sanitaria ha introdotto sul mercato una vasta tipologia di superfici di supporto che si possono distinguere in:
SUPERFICI DI SUPPORTO STATICHE (materassi e cuscini) che hanno la funzione di aumentare la superficie di contatto, diminuendo così la pressione sulle prominenze ossee. Sono dotate di coperture asportabili e lavabili, impermeabili ai liquidi ma traspiranti.
SUPERFICI DI SUPPORTO DINAMICHE che utilizzano flussi di aria compressa, dotate di parti mobili che necessitano di energia elettrica. Gonfiandosi e sgonfiandosi ciclicamente, varia di volta in volta il punto d’appoggio.
GESTIONE INCONTINENZA
Soprattutto chi soffre di incontinenza urinaria o fecale corre un maggiore rischio di irritazioni alla pelle, poiché l’uso degli “assorbenti” crea un ambiente umido che rende la pelle fragile favorendo l’insorgere di piaghe. Per i soggetti interessati è, infatti, ancor più importante implementare un’efficace attività di prevenzione per mantenere la pelle asciutta e pulita. Per approfondimenti vedi la sezione “Incontinenza”.
IGIENE Quotidiana
Per tuffi i soggetti a rischio d’insorgenza piaghe, anche se non incontinenti, la cura e la detersione della cute è un fattore da non trascurare per la prevenzione delle lesioni. Se la pelle è secca e disidratata aumenta il rischio di lesioni. La detersione deve essere però molto delicata in modo da rispettare l’idratazione e il pH della pelle. Nel lavaggio, la pelle non deve essere frizionata energicamente né vanno effettuati massaggi circolari. Analogamente si raccomanda di asciugare la pelle tamponandola leggermente, evitando frizioni e massaggi troppo energici. Per la protezione della cute si consiglia di utilizzare prodotti emollienti (che permettano di mantenere un certo grado di umidità della cute) oltre ai prodotti barriera, (che permettano all’epidermide di conservare la sua funzione di barriera nei confronti degli agenti esterni). Questi ultimi vanno consigliati soprattutto in caso di soggetti incontinenti per evitare la macerazione della cute.
MOBILIZZAZIONE OGNI 2 ORE
Oltre al necessario utilizzo di idonei ausili, per prevenire le lesioni da decubito è necessario cambiare spesso posizione perché il movimento seppur minimo consente di attivare la circolazione e prevenire il danno da pressione. È fortemente consigliato un cambiamento di postura almeno ogni 2 ore per ridurre la forza di compressione nella stessa zona. Occorre quindi rispettare un piano personalizzato di mobilizzazione, con rivalutazione periodica del rischio. Se il soggetto è in grado di farlo, deve sforzarsi di muoversi da solo il più possibile, se invece la persona è immobilizzata allora sarà compito di chi lo assiste di cambiarle posizione con regolarità almeno ogni 2 ore. E’ importante che la persona sia in posizione comoda, il caregiver deve quindi assecondare il più possibile le sue richieste.
COME SI RICONOSCONO LESIONI E STADI
Chi assiste una persona immobilizzata deve segnalare subito al medico o all’infermiere la presenza di un arrossamento della cute o di aree che causano prurito o dolore alla persona malata.
Nella fase iniziale (I° stadio), infatti, la lesione si presenta semplicemente come un arrossamento che può dare prurito, far male oppure provocare una sensazione di dolore e gonfiore.
In questo stadio le lesioni sono superficiali e quindi è molto più semplice intervenire.
Nel II° stadio si ha già la formazione della lesione: la cute presenta una vescica o una abrasione e il tessuto circostante è arrossato.
Se si aggrava, la lesione va a interessare i tessuti sottocutanei (III° stadio), creando una ferita che si presenta come una cavità profonda.
Nello stadio più avanzato (IV° stadio) la ferita interessa anche i tendini e le articolazioni.
DIABETE MELLITO
Il Diabete Mellito è una malattia cronica caratterizzata da un aumento degli zuccheri (glucosio) presenti nel sangue (iperglicemia). L’iperglicemia, se non corretta con terapie adeguate, porta alle complicanze croniche della malattia con danni a carico di organi importanti quali reni, cuore, occhi, cervello.
DIABETE DI TIPO 1: questa forma di diabete non è molto frequente (1 caso ogni 1000 abitanti) ha un’insorgenza improvvisa e generalmente si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza, ma può insorgere a tutte le età.
DIABETE DI TIPO 2: è circa 10 volte più frequente del diabete di tipo 1 e generalmente si sviluppa dopo i 40 anni, colpendo persone con una storia familiare di diabete, sedentarie, con sovrappeso ed obesità.
COMPLICANZE DEL DIABETE
Aterosclerosi, Retinopatia diabetica, Nefropatia diabetica, Neuropatia diabetica, Ulcera diabetica, Aumentate infezioni.
PIEDE DIABETICO
Un ruolo sempre più rilevante tra le complicanze del diabete è assunto da quello che viene definito “piede diabetico”, complicanza che comporta un gran numero di ricoveri ospedalieri.
Il problema più rilevante legato all’ulcera del piede nei diabetici è il rischio di amputazione.
Su 100 diabetici amputati circa 84 hanno avuto come causa dell’amputazione un’ulcera del piede aggravatasi nel tempo. È quindi evidente che se si vuole ridurre il numero delle amputazioni è necessario migliorare la capacità di curare efficacemente e precocemente l’ulcera: per raggiungere quest’ obbiettivo è necessario disporre di protocolli diagnostici e terapeutici efficaci e di tutte le professionalità necessarie.
Il piede diabetico è nella maggior parte dei casi la punta di un iceberg, al di sotto della quale coesistono un insieme di altre patologie, legate direttamente o meno al diabete, che necessitano a loro volta di essere curate contemporaneamente al piede.
Tutto questo rende il diabetico con ulcera del piede un paziente particolarmente complesso e fragile.
SUPPORTO NUTRIZIONALE
La nutrizione è la prima via di guarigione. La malnutrizione e le ulcere da decubito sono spesso correlate e i deficit nutrizionali possono causare un prolungamento del tempo di guarigione. È fondamentale garantire un adeguato apporto di calorie, proteine, vitamine e minerali. Se possibile bisognerebbe pesare il soggetto ogni settimana in modo da poter segnalare tempestivamente al medico e all’infermiere una variazione di peso significativa. In caso di aumento o calo ponderale viene valutata dal medico la necessità di somministrare un integratore alimentare (supplemento vitaminico o integrazione proteica). In genere si consiglia di fare pasti leggeri, mangiando poco ma spesso e di assumere molta acqua per mantenere la cute ben idratata. È preferibile tuttavia bere lontano dai pasti in modo da non compromettere la sensazione di sazietà. Per approfondire vai al capitolo Nutrizione.