… somministrazione di lavoro ?
Quando una famiglia ha deciso di regolarizzare/assumere un’assistente famigliare può rivolgersi ad un CAF o diventare cliente di un’ agenzia per il lavoro con autorizzazione del Ministero del Lavoro. Suggeriamo di rivolgersi ad aziende specializzate nel settore dell’assistenza domiciliare.
Queste sono le uniche due modalità lecite previste dal Ministero per il Lavoro. Nessun’altra realtà (cooperative sociali o società) può somministrare del personale domestico (colf/badante) con continuità e per periodi superiori a qualche settimana.
Quali i pro e contro di queste due soluzioni?
Nel primo caso la famiglia o l’assistito diventa datore di lavoro dell’assistente famigliare. Sappiamo che essere datore di lavoro ci può esporre ad una serie di obblighi, attività, responsabilità che, se non fanno parte del nostro bagaglio culturale/lavorativo, possono rappresentare costi nascosti, responsabilità e rischi che ha senso valutare con attenzione. Questa soluzione è certamente la più economica.
Nel secondo caso si stipula un contratto tra la Famiglia (utilizzatore) e l’Agenzia (somministratore).
In altri termini la famiglia paga l’agenzia che si occupa di tutta la gestione dell’assistente famigliare che è un dipendente diretto dell’agenzia stessa.
Questa seconda soluzione costa mediamente il 20% di più rispetto alla prima soluzione.
Attraverso la somministrazione del personale domestico si pone alla famiglia un’alternativa sicura al fai da te, sollevando il privato dal dover affrontare da solo le difficoltà tipiche dei rapporti di lavoro diretto. Tutti conoscono i rischi che si possono correre inserendosi direttamente in un contesto frequentemente caratterizzato da rapporti di lavoro irregolari e da operatori del settore che adottano spesso modalità altamente speculative se non addirittura “creative” che espongono al rischio legale sia il lavoratore che la famiglia (chiamata formalmente utilizzatore).