Anziani e tecnologia: dallo Spid ai servizi bancari un divario sempre più incolmabile

Anziani e tecnologia: dallo Spid ai servizi bancari un divario sempre più incolmabile

Fonte: Corriere della Sera

Anziani e tecnologia: dallo Spid ai servizi bancari un divario sempre più incolmabile

di Alessio LanaIn Italia circa 1,2 milioni di over 65 che si definiscono isolati e privi di amicizie e di reti al di fuori della famiglia. Persone che, con l’avanzare del digitale, si sentono escluse

«Sono anziano, non sono un idiota». Con questo grido lo spagnolo Carlos San Juan de Laorden ha fatto il giro del mondo. Medico in pensione, a causa del Parkinson ha difficoltà a ritirare i soldi dai bancomat e un giorno si è trovato senza alternative. Come accade sempre più spesso, la sua banca ha ridotto gli orari di apertura e, di fronte alle sue rimostranze, gli ha chiesto di prendere un appuntamento via app.

La petizione di successo

Da qui è nata la petizione online dal titolo «Sono anziano, non sono un idiota» in cui San Juan chiedeva a enti e istituzioni una maggior attenzione verso gli anziani. La sua tesi è semplice, anche in questi tempi digitali tutti devono essere tutelati e, per il momento, ha funzionato. Complice un’immediata celebrità, la partecipazione a programmi Tv e interviste sui giornali, il medico a febbraio è stato invitato al ministero dell’Economia dove le banche spagnole hanno firmato un documento in cui si impegnano a offrire servizi migliori ai senior. Si parla di estendere l’orario di apertura delle filiali, dargli priorità di accesso agli sportelli e semplificare l’interfaccia di app e sito web.

Un problema globale

In realtà quella di San Juan è una lotta globale. Come riporta l’Istat, in Italia gli over 65 sono quasi 14 milioni, ovvero il 22% della popolazione, ma in 25 anni si raggiungerà il 33%. Andando più a fondo, sono circa 1,2 milioni gli over 65 che si definiscono isolati e privi di amicizie e di reti al di fuori della famiglia. Persone che, con l’avanzare del digitale, si sentono escluse. Possiamo aggiungervi poi i 2,3 milioni di italiani che ad oggi sono ancora senza internet: secondo il Censis sono soprattutto anziani (oltre a persone dalla «forte precarietà socioeconomica: spesso combinano la mancanza di risorse materiali con la carenza di cultura e di abilità digitali»).

Il fai-da-te

A dicembre due venditori di pipe ci avevano raccontato di aver inventato una formula curiosa per venire incontro ai propri clienti anziani bloccati a casa dalla pandemia. Non sapendo usare lo shop online, Cosimo e Leonardo Sportelli dell’Al Pascià si erano trasformati in un help-desk e insegnato ai clienti come muoversi sul sito. Poi avevano fatto un altro passo avanti: avviavano quotidianamente videochiamate in cui mostravano ai clienti gli oggetti in vendita, proprio come se fossero in negozio con loro. Facevano quindi il conto e preparavano il pacchetto che veniva ritirato da nipoti e badanti.

Non solo volontariato

Di storie del genere è piena l’Italia. Sono racconti che scaldano il cuore, di genialità, solidarietà, intuizione (e commercio), ma è chiaro che il nostro Paese (come il mondo) non può reggersi su opere di volontariato o sui nipoti che pazientemente aiutano i nonni a digitalizzarsi. Il Technological Generation Gap, il divario tecnologico tra le generazioni, da anni è un problema ma la pandemia lo ha acuito. Chi non sapeva fare videochiamate o non aveva un dispositivo per farle si è sentito solo. Per non parla re del delivery: molti ristoranti non effettuano più consegne dirette e si affidano solo alle app. O pensiamo al download del Green Pass dal Io, allo Spid necessario per accedere a molti servizi, a Immuni che permetteva il tracciamento del virus, alla prenotazione del vaccino via web. E sono solo pochi esempi. Perché, come insegna San Juan, possiamo aggiungervi le banche online, i servizi di streaming, la richiesta dei vari bonus governativi (spesso legati a Spid).

Un tablet per gli anziani

Nel piano «Strategia Italia 2025» del 2020, il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale aveva previsto un programma dedicato proprio ai senior che sono fuori dal digitale o rischiano di esserlo a breve perché la tecnologia corre più veloce di loro. Un anziano, un tablet e un sorriso per l’inclusione digitale propone di dare agli anziani che vivono in comuni a più alto rischio di digital divide un tablet personalizzato con una serie di app per leggere un giornale offerto a condizioni speciali dagli editori, fare la spesa e ordinare farmaci, effettuare chiamate di soccorso e comunicare con i loro famigliari. I tablet, si legge, «saranno donati da imprese Ict, nuovi o ricondizionati». «Giacché nessuno nasce “digitale” – prosegue il documento –, un esercito di volontari (grazie anche alla creazione del servizio civile digitale) li educheranno all’utilizzo del tablet e delle app, regalando loro sorrisi digital, capaci di restituirgli il diritto di sentirsi per davvero cittadini digitali e di scoprire quanto le nuove tecnologie possano risultare preziose per vivere meglio».

Lo Spid agevolato

Per lo Spid qualcosa è stato fatto. A inizio anno, solo il 5% degli over 65 aveva richiesto l’identità digitale ormai necessaria per accedere a tutti i servizi della Pa (Inps inclusa). Le credenziali sarebbero strettamente personali e non potrebbero essere richieste da terzi ma c’è un’eccezione. I cittadini che non riescono a usare in autonomia i servizi online come gli anziani (e i disabili) possono delegare una persona di fiducia. La richiesta può essere effettuata dal delegante presentando a una qualsiasi struttura territoriale dell’Inps questo modulo e copia del documento di riconoscimento. Per prenotare un appuntamento invece ci sono tre opzioni: si può chiamare il Contact center ai numeri 803164 (da rete fissa) o 06164164 (da rete mobile); utilizzare il portale Inps (Andando in «Contatti» e poi «Le sedi Inps») o usare l’app Inps Mobile.